MORO, UNA NUOVA VERITÀ «COSSIGA ARRIVÒ PRIMA»

 

BRIGATE ROSSE. Le rivelazioni dei primi artificieri che arrivarono a Via Caetani riaprono il caso.
Discrepanze sul ritrovamento del corpo del leader e sugli orari L’ex ministro Signorile conferma Una lettera sparita dalla R4 rossa

150534488-876465c7-46f3-44a1-b5ca-ac08f126523d
Nuove rivelazioni riaprono a sorpresa la vicenda della morte di Aldo Moro e il ruolo dell’allora ministro degli Interni Francesco Cossiga. Vitantonio Raso, il giovane artificiere che arrivò per primo in Via Caetani dove fu ritrovato il corpo senza vita dell’esponente della Dc, ha rivelato ieri in esclusiva all’Ansa che ci fu una discrepanza sugli orari. La sua opera di artificiere fu infatti richiesta ben prima delle 11 di mattina del 9 maggio del 1978 e che arrivò davanti alla R4 rossa posteggiata nella stradina a metà tra le sedi della Dc e del Pci poco dopo quell’ora. In un suo recente libro («La bomba umana») Raso aveva lasciato indeterminata la questione degli orari che ora chiarisce dopo 35 anni. La questione è rilevante perché la telefonata delle Br fatta da Valerio Morucci e Adriana Faranda che avvertiva dell’uomo chiuso nel bagagliaio della macchina è delle 12.13. Non solo: Cossiga e un certo numero di alti funzionari assistettero, ben prima delle famose riprese della tv privata Gbr che sono state girate a cavallo delle 14, alla prima identificazione del corpo fatta proprio da Raso. Cossiga si recò quindi due volte in via Caetani. La R4 fu ripetutamente aperta dai due sportelli laterali. «Quando dissi, tremando, che in quella macchina c’era il cadavere di Aldo Moro, Cossiga e i suoi non mi apparvero né depressi, né sorpresi come se sapessero o fossero già a conoscenza di tutto», dice Raso. «Ricordo», aggiunge, «che il sangue sulle ferite di Moro era fresco». Raso fornisce la prova che le cose il 9 maggio non andarono come finora si è raccontato: «Sono ben consapevole. La telefonata delle Br delle 12.13 fu assolutamente inutile. Moro era in via Caetani da almeno due ore quando questa arrivò. Chi doveva sapere, sapeva. Ne parlo ora per la prima volta, dopo averne accennato nel libro, perché spero sempre che le mie parole possano servire a fare un pò di luce su una vicenda che per me rappresenta ancora un forte choc. Con la quale ancora non so convivere».

Un altro artificiere, il maresciallo Giovanni Circhetta, ricorda invece che nel sedile anteriore della R4 c’era una lettera e si chiede che fine abbia fatto. Una conferma delle tesi dell’artificiere viene da Claudio Signorile, ex parlamentare del Psi e ex ministro che era con Cossiga la mattina del 9 maggio. Era al Viminale, ha raccontato ieri, quando «l’altoparlante in presa diretta annunciava che un’auto in via Caetani con dentro un corpo e che andavano a verificare. Poi una seconda comunicazione che parlava di nota personalità». L’orario? A microfoni spenti, nel ’93 Signorile disse «tra le 10 e le 11» ma ieri ha precisato: «Ero li per un caffè non un apertivo», come a ribadire quell’orario detto in totale controtendenza con la versione ufficiale della telefonata delle Br alle 12,13. Le carte che parlano di quelle telefonate, ancora segrete, sono conservate all’Archivio di Stato e presso il Senato. Tra i documenti segreti c’è tra l’altro un foglio manoscritto con note informative e mappe della zona di via Caetani (11 maggio), una lettera del primo distretto di polizia, sempre dell’11 maggio, e un «appunto informale su una telefonata ricevuta dal capo della polizia» (del 12 maggio). Incrociando i dati con le nuove rivelazioni si potrebbe sciogliere il mistero degli orari.(bresciaoggi)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.